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Il blog degli amici livornesi di Fabrizio Barca

 

                Il Tirreno di oggi, sollecitato da quello che definisce “il chiacchiericcio che si è scatenato in via Donnini (sede del PD)”, dedica un articolo alla promozione, da parte del gruppo livornese degll “amici di Barca”, per il prossimo 14 maggio, di un incontro con il candidato sindaco Andrea Raspanti. Ne siamo grati, ma notiamo che, quindici giorni fa. gli “amici di Barca” ne avevano promosso un altro con il candidato Marco Ruggeri, che, benché segnalato dal gruppo con un comunicato stampa, non parve meritare grande attenzione. Si svolse tuttavia con una partecipazione e un dibattito significativi  e si protrasse dalle 21 alle una di notte. Il filo conduttore, lo stesso per ambedue gli incontri, è costituito dalle domande nelle quali “gli amici di Barca” hanno condensato i temi e gli argomenti che ritengono più importanti in questa campagna elettorale, postate e leggibili da un mese sul sito del gruppo. E’ un modo di fare politica nuovo e diverso, che non viene facilmente percepito in un contesto dove dominano, a livello locale come in quello nazionale, la faziosità e il tifo calcistico, che riducono la politica ad una partita da vincere e non una ricerca di soluzioni ai grandi problemi che ha di fronte la nostra comunità.

                Nel nostro modo di fare politica la discussione e il confronto sono più importanti dello schieramento e del posizionamento. Fabrizio Barca, nel recente Congresso del PD, benché corteggiato a motivo della sua popolarità, dimostrata dall’accoglienza che riceveva nei suoi incontri in giro per l’Italia, e anche a Livorno, non si schierò per Renzi, Cuperlo o Civati, perché non condivideva, come disse, che il Congresso si riducesse ad una conta di correnti. Ma non si mise neppure alla finestra, ultima spiaggia della vecchia politica. Partecipò al Congresso sollevando dei temi, che riassunse in sei domande rivolte a tutti i candidati alle primarie per l’elezione del Segretario. Qualcuno ripose, in parte, qualcuno no. Barca, solo negli ultimi giorni disse per chi avrebbe votato, ma senza dare indicazioni a seguaci o compagni di corrente, perché una corrente non l’aveva e non ce l’ha, perché non ha voluto crearla.

                Anche noi ci siamo mossi con lo stesso schema: abbiamo aderito alle “Primarie delle idee” che tutto il centrosinistra varò solennemente nella prima fase della campagna elettorale in corso, come laboratorio di idee e programmi. Una bella intuizione, che, purtroppo, è stata presto abbandonata dagli stessi promotori, tranne che dagli “amici di Barca“, che hanno continuato a postare idee e proposte. Nella seconda fase, sono scesi in campo i candidati, tutti meritevoli di stima e considerazione, sia quelli nuovi alla politica attiva, come Nogarin, Raspanti, Nicosia Amato, De Carlo, Toncelli, a dimostrazione di quante energie siano meritoriamente disponibili, pur in un momento così difficile, a mettersi in campo, sia  quelli più noti, come Ruggeri, Cannito, Vaccaro e Amadio, espressione, ciascuno, di realtà importanti, anche se in misura diversa, se vogliamo che la nostra città esca dalla palude e riacquisti dinamismo e vivacità. Per questo abbiamo inviato le dieci domande a tutti i candidati, affinché rispondessero se e come ritenevano opportuno o le tenessero presenti nei loro programmi e incontri. Dopo lo svolgimento dell’incontro con Ruggeri, Andrea Raspanti ha fatto sapere di aver preso sul serio le domande e che avrebbe avuto piacere di poterle approfondire in un confronto diretto. Questa manifestazione di attenzione va a pieno merito dello stesso Raspanti. Il nostro gruppo ha quindi volentieri messo in moto l‘organizzazione dell’ incontro. La stessa cosa ha fatto successivamente  il candidato  Ugo De Carlo, con il quale stiamo organizzando un incontro analogo per il prossimo  22 maggio.

                Chiunque vinca le elezioni, la politica continua e il giorno dopo è importante quanto il giorno prima, perché, secondo noi, la politica non è delega al salvatore della patria di turno, ma partecipazione e discussione di merito, per la ricerca e la costruzione di soluzioni vere e condivise ai problemi della città. Chi ha interesse ai contenuti della politica, partecipi alle nostre iniziative, poi voti per chi vuole, ma si mantenga attivo e partecipe della politica concreta anche dopo.

                Forse questa maniera nuova di fare politica è difficile da capire, ma, del resto, se non fosse cosi non sarebbe nuova davvero.

                In ogni caso la città non ha bisogno di inseguire il “chiacchiericcio, o presunte telefonate da parte del Presidente Fontana, che non sono, tassativamente mai avvenute, per alimentare dietrologie senza peso.

                La campagna elettorale può essere una festa della democrazia, della libertà di scelta e di opinione, del dibattito e del confronto, e  questa campagna, dopo anni di torpore politico a Livorno, può esserlo davvero, anche grazie alla sobrietà e alla serietà di chi vi partecipa. Non perdiamo l’occasione.

11/5/14

Claudio Frontera